22/10/20

Il silenzio dei colpevoli

 


Ho notato che il silenzio è la difesa di chi ha colpe. Più esattamente non proprio il silenzio ma la mancanza di risposta, che è un  silenzio ancora più assordante. A ciò solitamente è collegata una espressione facciale che improvvisamente si intorbidisce, diviene estaticamente stupida e immobile, come interfaccia di chissà quale ragionamento mentale. Ma non ci sono ragionamenti mentali, di nessun genere. C'è solo l'aspettativa della fine, della soluzione morbida di una situazione che trema, che si fa immobile attesa di un ritorno alla normalità il più presto possibile. Passaggio su carboni ardenti che non bruciano, che danno solo un senso di imbarazzo neppure compreso da un io ormai ammortizzato dall'insensibilità, una inconscia volontà di non valutare il momento e pensare che comunque il dopo ritornerà presente quasi subito. Per uscire dal silenzio che parla, che dice e non può ingannare l'interlocutore. Perché il silenzio è  sempre il discorso più sincero, quello che non può dire bugie ne giustificazioni inutili. Il silenzio e la verità del silenzio.