10/07/17

Cuore di paglia




La stanza non ha finestre  e gli odori si accumulano aspri , agri. Sembra essersi resa conto solo allora di non essere sola, di essere lì per il suo lavoro. Un lavoro che non può fare senza quell'ombra grande che si muove nella stanza con rumore, la cerca, la tocca, le dice parole oscene. Sente la mano che scivola fra le gambe, le toglie le mutandine, la spinge sul letto, sente labbra sulla carne viva. Allora ride, allarga le gambe, mette le braccia piegate sul letto con le mani a calice verso l'alto e inizia a canticchiare a mezza voce mentre l'uomo si affatica per muoversi dentro di lei. Parole monotone e strascicate come una cantilena che si alza e si abbassa di tono seguendo il ritmo del movimento:
-La mamma ha messo il cuore in una capanna di paglia...mom has put his heart in a straw hut...la mamma ha messo il cuore in una capanna di paglia.
Fa sempre così mentre fa il suo lavoro, lo sanno tutti e non ci fanno più caso. La considerano mezza matta e l'hanno soprannominata "cuore di paglia".


( dalla raccolta di racconti  Anatomia di un sileno di Stefano Zangheri, segnalato al Premio Italo Calvino e pubblicato   da Fondazione Mario Luzi Editore Roma 2013 )