Il toro è quell'avvenimento che si presenta all'improvviso, enorme, possente, scalpitante. L'arena è la nostra vita, troppo piccola per la sua forza e la sua furia. Lo spazio di sicurezza diviene sempre minore mentre la paura fa correre verso un riparo che non si trova. Allora bisogna affrontarlo, combatterlo, cercare di abbatterlo, altrimenti il nostro sangue bagnerà l'arena. Si cerca di distrarlo agitando false immagini, in modo che non riesca a distinguere il corpo dalla muleta che viene sventolata per ingannarlo. Ma il gioco non dura a lungo, il toro acquista sempre più consapevolezza e capisce l'inganno dell'inerte panno rosso.
Tutto uguale, ma non il finale, manca il pubblico ad applaudire l'ultima veronica e il toro e il matador non sono difronte ma uniti.
E l'uno piega la testa e la rialza improvvisa solo quando la spada è entrata con precisione e l'altro è ancora sopra di lui, in modo che l'ultima incornata sia il momento della verità per ambedue.