17/01/19

L'ultimo giorno




Ricordo bene quel giorno nella riviera romagnola. Era la fine di agosto e la fine delle vacanze. Proprio l’ultimo giorno. Ormai da tanti anni andavamo a fare le vacanze estive su quella spiaggia Piaceva tanto ai miei nipoti ed erano sempre elettrizzati vicino alla partenza. Si preparavano le valigie, si andava in cantina a ritrovare secchielli, palette, maschere e gonfiabili vari. I costumi andavamo a comprarli nuovi ogni volta perché crescevano e specie la femmina metteva ogni anno di più le forme da donna. Il maschio invece pareva crescere solo al mare e a ogni ritorno si diceva “ Sei cresciuto ancora, come l’anno scorso, il mare per te è un concime” Era bella la partenza e sempre triste il ritorno. Ma quell’anno ancora di più perché sapevo che sarebbe stato l’ultimo . Dall’anno successivo sarebbero andati da soli con mia figlia e io sarei rimasto a casa.  Era deciso. E quell’ultima sera io e mia nipote, senza forse una ragione, ci eravamo incamminati per una lunga passeggiata insieme. Lungo la spiaggia, attraverso il porticciolo, oltrepassando il canale che portava al mare non so quale fiume. Fu una sera bellissima , si parlava, ci si dava la mano ogni tanto, ci fermavamo a vedere le barche dei pescatori che ritornavano all’imbrunire. Era una sera che sentivo condensare il tempo, che volevo non passasse mai, che contenesse anche il tempo dell’anno successivo. E di tutti gli anni che ancora avrei potuto avere. Ma sentivo che tutto era lì e che dovevo assaporare con un lungo respiro quelle ore perché non ce ne sarebbero state altre. Sentivo la solitudine di un prossimo futuro e quel crampo di nostalgia che in seguito mi avrebbe accompagnato ogni giorno. Capii perfettamente che la morte avviene nella vita e ti lascia comunque la vita. Svuotata dei tuoi momenti, delle tue ore, dei tuoi giorni. In cambio un tempo che non ti appartiene, estraneo, cattivo. In modo che la l’altra morte sia l’unica cosa bella che ti rimane.


principessa
ti lascio
non posso portarti
abbandono i sogni
l’illusione di vivere clandestino
un tramonto nella tua alba
lascia che passi
quella nube dal mare
dal pontile di un giorno d’agosto
cercala una sera
tornerà con le onde piene di spuma
per rendere ai tuoi occhi
le immagini d’infanzia
adesso dove tutto si tinge di porpora
nell’incontro senza volto
l’ansia di proteggerti
avrà modo di esistere anche nell’oblio
il velo da cui ti intravedo pallida
avvolgerà i sogni che ami
filtrerà un raggio di sole
nel sospiro
che ti farà vivere dimenticando

 S.Z.