„Forse, la nostra natura ci porta a considerare i giochi dell'imprevisto piú vani e arbitrari, troppo, di quel che sono. Cosí, ogni volta, per esempio, che in un racconto, o in un poema, l'imprevisto sembra giocare d'accordo con qualche segreta intenzione della sorte, noi volentieri accusiamo lo scrittore di vizio romanzesco. E, nella vita, certi avvenimenti imprevisti, per se stessi naturali e semplici, ci appaiono, per la nostra disposizione del momento, straordinari o addirittura soprannaturali.“
Elsa Morante, da L'isola di Arturo
A Procida ho capito quanto Elsa abbia amato il suo
Arturo, ombra sulla scogliera, luccichio nel tramonto, desiderio nella notte.
Arturo che amava l'abbandono per attendere un
ritorno viscerale come la sua isola.
Sugli scogli della visione di un tratto di fatalità
si incrociano i destini, si distendono le sinfonie più segrete.
Ho amato Arturo e ho amato Elsa in quelle cale nascoste dove l'ormeggio è vita da scontare e si sentono suoni di piccoli sussurri che incrociano i gabbiani e fanno scorta.
Sono stato a lungo a scrutare l'orizzonte quando la
bruma si dissolveva e lasciava teorie di spazi di infinita meraviglia.
Di la, oltre il mare, niente era monotono come le
sere di attesa di una prima volta, del venire e correre senza direzione. Sono
stato l'isola, sono stato Arturo, ma Arturo se n’è andato e se
n’è andata anche Elsa.
E’ rimasta l'isola la cui bellezza non è riuscita a soddisfare la smania di vivere ne di Arturo ne di Elsa; e neppure la mia voglia di vivere incastonato in un suo scoglio.
Adesso Procida è quell'avvenimento straordinario, forse soprannaturale, che mi asfissia come una cosa imprevista, ma naturale e semplice.
S.Z. Pensieri e.....2021