08/01/21

La inconsapevole leggerezza del pensiero

 

Ci sono a volte le oggettivazioni dei momenti, quando la sensazione si dirige in un punto che esula dalla nostra conoscenza. E’ interessante vedere quanto il senso di sé rimane esausto difronte a un cammino arduo e sempre in salita. Dimenticare di avere il senso dell’abbandono a volte è la simbiosi di una strana comprensione fatta di parole e di frasi che si accavallano, formano onde di pensiero che si infrangono nelle rocce della dimenticanza. Una spiaggia assolata e un giorno che si staglia ancora nella mente è sentire più vicino il senso della nostra perspicacia, la voglia di nascondere l’infinita sensazione di una speranza. Si è spesso estatici difronte all’insolenza della voglia di essere veramente quello che siamo, ci lasciamo perdere nell’insieme delle possibilità. In un giorno qualunque ci sono spesso ore speciali che non hanno alcuna attinenza con la normalità, si spezzano nell’inconscio di situazioni che trovano sbocchi segreti. E’ voglia di andare, salutare con un cenno della mano e con una strana luce negli occhi. Voltarsi infine verso un tramonto e chiedere venti forti per superare il vuoto di luce che piano piano prende forma, per trovare il colore di una soggettiva voglia di esistere oltre gli orizzonti conosciuti. Un’amicizia segreta forse, il senso di coniugare le parole in un lessico particolare. Ma l’incostanza dell’esistenza si protrae a volte oltre il senso della stessa, si dipana in gomitoli di nostalgie, di ricordi immaturi, di sensi di colpa divenuti fede. Si perde allora il senso del ritorno e si naviga solo per raggiungere terre sconosciute ma presenti alla nostra mente che traduce con parole chiare e sicure i criptici segnali delle nostre emozioni. Si vivono allora gli avvenimenti della nostra vita in un diverso senso di giudizio, in una soggettività più ampia e libera, in una criticità più profonda e speculativa. Se ne può cambiare il corso perdendo un inutile e deleterio senso di orgoglio, in una soddisfazione di tutto il nostro essere che si ricrea di una nuova linfa esistenziale. L’uomo non è fatto di conoscenza immobile, è cammino di creazione di sé stesso in una continua dinamicità di percorso, nei continui conati verso un arrivo che si allontana sempre più e presuppone ampi respiri per continuare la corsa. In un divenire di empatia verso i mutamenti che il soggettivo scopre nell’oggettiva presenza delle cose, identiche ma straordinariamente differenti.

 

S.Z. 8/1/2021  Pensieri e……