16/10/20

I figli "maso"

 



“Maso” è una proprietà fondiaria delle zone alpine orientali che comprende il podere, la casa colonica, l'allevamento del bestiame e le attrezzature agricole, ma è anche Pietro Maso criminale italiano, reo confesso di uno dei più noti casi di omicidio familiare della cronaca italiana. Aiutato da tre amici, il 17 aprile 1991, nella sua casa di Montecchia di Crosara uccise entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari al fine di appropriarsi della sua parte di eredità.

 

Credo che si continui ad amare i figli anche quando, ormai adulti,  il loro comportamento assume forme anche estreme di malanimo  nei nostri confronti perché l’immagine messa a loro protezione nella nostra mente  è quella di quando erano piccoli. Tale immagine predefinita  offusca, e anche cancella,  inconsciamente quella reale del momento.

Perché i figli crescendo non sono più figli, sono uomini e sono donne. E come uomini e come donne si comportano, con ciò disorientando i genitori che hanno la vista distorta dalla loro innocenza e fragilità infantile su cui hanno fermato la loro giovinezza, le loro aspirazioni, i loro sogni, il loro orgoglio di protezione e tutte le illusioni di cui la loro psiche ha bisogno. Senza rendersi conto che il loro egoismo esistenziale  non è quello dei propri figli e che pertanto le azioni a difesa della propria esistenza non sono le stesse e non sono gli stessi gli istinti primordiali. Pertanto ciò che essi credono naturale non sarà, ciò che credono giusto non sarà, ciò che credono dovuto non sarà. Sarà solo l’incognita di ciò che avverrà. La nascita di un figlio infatti avrà cambiato ogni rapporto preesistente e  l’uomo non sarà più un marito o un compagno ma nella migliore ipotesi un amante e la donna non sarà più una moglie o una compagna ma una madre. E questa asimmetria condizionerà da allora in avanti ogni momento del rapporto uomo, donna, figlio.

Non si discute di ragioni e colpe e dove sono e comunque interessa poco. Interessa solo la realtà dei fatti,  che ci sono  figli anaffettivi che non sentono neppure i legami cosiddetti impropriamente di sangue e  possono cinicamente e senza emozione spogliare  i genitori dei loro beni affettivi e materiali,  quasi sempre con  l’astuzia di insinuarsi nelle loro vite  distaccando quella loro unità che ,anche se spesso patologica, è comunque  la loro forza aggiunta. Possono farlo nei confronti di ambedue nello stesso grado o con grado diverso o anche nei confronti di uno solo di essi. E possono anche eliminarli fisicamente. Possono farlo per quella autonomia genetica che li distingue già dalla nascita dai genitori e che rende la prospettiva futura della famiglia, istituzionale o naturale, un qualcosa di instabile e di inaffidabile per i componenti e per la società.

Sono appunto i figli maso. E come il maso agricolo anche la loro struttura originaria, che Einstein chiama costituzione biologica fissa ed immutabile, non è divisibile, rimane un maso chiuso alle esperienze affettive del mondo che hanno incontrato dopo la nascita e che sono la parte variabile e giudicabile  della loro struttura.

Ma nel contempo è fuori dubbio che anche i genitori sono stati figli, con la loro costituzione biologica fissa ed immutabile, che nella crescita ha sicuramente condizionato la parte libera della struttura dei figli. Ne consegue una correità esistenziale fra genitori e figli che infine comunque li unisce in un metafisico destino di  crudeltà naturale.

S.Z.