mia madre
mia madre
una
ragazza
mia madre
una bella
ragazza
mia madre
amante
delusa
di uno
scampolo di vita
non l’ho immaginata
donna
non ho considerato l’aspetto
da donna
non ho intravisto i desideri
da donna
il suo
alcova di ombre
si è
svelato
solo per
giustificare
la sua
continua assenza
il tempo
ha definito la dimensione
deflorando
le ingenuità di un bambino
nelle sostituzioni
di un affetto annullato
il suo
corpo
il suo
volto
il suo
sguardo
immagini
in
vecchie foto ingiallite
non
protette dal ricordo
situazione
che non ha dato
depressione
diversità
introversione
ma un senso di vita indefinito
una necessità insoddisfatta
di acque calde
di sicurezza
di complicità
di simbiosi
di unione di odori
confuse
in ogni grembo
che le labbra hanno potuto sfiorare
Stefano Zangheri, da Dissolvenze (Premio della Critica Internazionale nella manifestazione Culturale Unesco Ecuador Italia "Integrazione dei popoli attraverso la letteratura" Sala Montanelli Circolo della Stampa Milano - Premio Internazionale Kafka Gorizia ), Edimond Edizioni, 2011.
E' l'unica lirica in cui si parla della madre morta alla sua nascita.
Postato da D.P. UniFi