16/07/21

Anniversario

 

Incontri d’arte - Intervista di Rita Mascialino al poeta Stefano Zangheri

Stefano Zangheri è nato a San Giovanni in Valdarno e vive a Montevarchi. È poeta. La sua silloge di poesie Dissolvenze (Città di Castello/Perugia: Edimond: Prefazione di Mattia Leombruno, recensione di Rita Mascialino ), ha conseguito il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Franz Kafka Italia ® II Ed. 2012 e numerosi altri riconoscimenti. La sua raccolta di poesie kalòs agathòs  (Cleup Editrice Università di Padova: Postfazione di Rita Mascialino) ha conseguito numerosissimi primi premi, fra cui il Primo Premio all’Istituto Italiano di Cultura ed il Primo Premio all’Università di Lugano che all’occasione ha insignito Stefano Zangheri della ‘Laurea honoris causa’ in Letteratura, Filologia e Linguistica italiana.

 

1.Domanda di RM: Come si sente abitando i mondi psichici creati dalla sua poesia?
1.Risposta di SZ: Con la sensazione di aver violentato le dimensioni comuni, quelle dimensioni che circoscrivono i rapporti interpersonali e  sociali. Ma anche le dimensioni di tutto il mondo che mi circonda. Mi spiego. Una particolare sensibilità crea sensazioni con dimensioni fuori della norma, che danno un’intensità e una qualificazione diversa dal comune, intensità che assume spesso la caratteristica di angoscia e qualificazione che spesso impedisce il dialogo, la relazione. Io sento i due aspetti che vanno di pari passo e l’intensità-angoscia è sempre accompagnata da una qualificazione esasperatamente individuale degli avvenimenti e di ogni contatto esterno. Questo costringe a vivere con un profondo senso  di diverso in cui vi sono attimi di vera estasi intellettuale e fisica, come nell’amore verso una donna, cui seguono però inevitabilmente attimi di vera angoscia. E il sottofondo di vita  è comunque un profondo senso di solitudine, quella solitudine che fa sentire soli anche nell’orgasmo più corrisposto.

2.Domanda di RM: Quali sono i sogni portanti che rendono possibili i sogni  psichici che lei costruisce con la sua poesia?
2.Risposta di SZ: Non so se vi sono sogni portanti , o meglio non so se possono essere chiamati sogni le elaborazioni psichiche delle mie sensazioni. La bramosia di cercare una continua situazione di vita che appaghi la mia sensibilità e tolga il peso dell’angoscia del mancato appagamento  si identifica  nel desiderio della continua ripetizione  dei momenti in cui quanto è avvenuto si ripeta continuamente. Questo mi da più il senso di una instabile continua speranza che qualcosa si avveri . Sì,credo il termine adatto sia più speranza che sogno perché il sogno è statico, la speranza invece è dinamica, è vita. E io amo profondamente la vita con le sue immagini e le sue sensazioni, la amo, la desidero, la spero. E la tengo stretta nel mio intimo dialogando con lei con la mia poesia,dicendole come a un amante infedele le più belle frasi d’amore e le più angoscianti suppliche.

3.Domanda di RM: Che posto occupa l’amore nella sua poesia e perché?
3.Risposta di SZ: Credo che la mia poesia sia l’amore e che l’amore sia la mia poesia. L’amore diretto a la donna perché è in essa che riesco a vedere  il luogo più metafisico dell’amore, che si svela  nella generazione della vita e nella sua continuazione in un connubio fisico-psichico del godimento sessuale e della sua sublimazione artistica che ne coglie la parte trascendente E aggiungo nell’amore di una unica donna che prolunga l’originario amore della nascita con la madre che, come pupa di una farfalla, si trasforma in amante ricostruendo il proprio imene per una metafisica riedizione di vita. E per un dono perché l’amore è sempre e comunque un dono. E questa non è una illusione d’artista ma la realtà in una dimensione  ove l’artista può vivere  per attimi, per giorni o per l’intera vita secondo con quanta angoscia è disposto a pagare l’estasi.

4.Domanda di RM: Perché secondo lei comporre e leggere poesie?
4.Risposta di SZ: Credo che ogni poeta abbia la sua ragione. Nel senso che la sensibilità del poeta lo isola dalle espressioni di quella vita relazionale che vorrebbe avere con la stessa profondità delle sue sensazioni. Ma  non trova mai tale perfetta corresponsione rimanendo così in uno stato  di impotenza vitale che lo distruggerebbe. Allora relaziona con l’unico rapporto che riesce sicuramente a capirlo, con se stesso, esteriorizzando tutto il profondo del suo animo per una suprema affermazione di esistenza e di orgoglio di essere l’interprete di angosce universali e quindi della vera conoscenza.  Chi le legge invece credo voglia dare alle sue emozioni quell’intensità che le parole del poeta possono tradurre per ognuno con la loro lingua universale.

5.Domanda di RM: Quali nuovi progetti nell’ambito della sua attività come poeta stanno in cantiere e per quando la realizzazione?

5.Risposta di SZ: Nell’immediato sto curando la pubblicazione della mia ultima raccolta di poesie in edizione probabilmente entro la prima metà del 2015 e sto lavorando  alla stesura della seconda raccolta di racconti dopo “Anatomia di un sileno” che penso di poter pubblicare tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. Sono inoltre impegnato in attività di manifestazioni letterarie tendenti a promuovere quella visibilità e importanza che la poesia dovrebbe avere nella vita sociale.

RM.: Sono pienamente d’accordo sul fatto che la poesia sia una grande presenza nella civiltà degli umani ed una grande compagna di viaggio di ciascuno, sul fatto che la poesia meriti quindi ampia e sempre maggiore visibilità nella vita sociale e individuale. Grazie a Stefano Zangheri della sua partecipazione alle Conversazioni d’Arte.

Pubblicato su  Accademia Italiana di interpretazione del significato del linguaggio diretta da Rita Mascialino.


Postato da   C.G   UniFi