19/06/21

Millemiglia

 


Ieri proprio davanti alla mia abitazione montevarchina è passata la Millemiglia. Uno sfrecciare continuo per circa due ore di auto d'epoca. Alcune anche della mia epoca e vederle mi ha riportato in un clima sopito ma mai dimenticato di giovinezza. Giovinezza d'epoca appunto, dove le macchine erano qualcosa di fantastico dai nomi mitici, Alfa Romeo, Lancia, Ferrari, Lamborghini. Come bellissime donne vestite da stilisti immortali che rimanevano per sempre incastonati alle carrozzerie che andavano in tutto il mondo con il fascino altero di una divina creatura :  Giugiaro, Pininfarina, Bertoni, Scaglietti. Erano il sogno che faceva sentire un brivido di desiderio, una eccitazione da sogno possibile nella smorta realtà di provincia dove vivevo, appunto ricco solamente di sogni. Ad occhi aperti spesso per non correre il rischio di perdere quel sogno e non poterlo archiviare nella mente per adoprarlo quando la tristezza era una specie di gioco inventato da una persona forse cara ma dispettosa. Non c'erano i computer allora e la mente era la scatola magica di una ricchezza nascosta e segretamente guardata quando l'animo aveva bisogno di rigenerare la propria capacità di vita.. Certo quasi sempre il sogno di quelle vetture aveva posto insieme al sogno di una ragazza che era rimasta nelle pupille e che la timidezza teneva ancora nel desiderio. Infatti allora i desideri avevano una calma dolcezza, un senso dolce di attesa, di ricordi brevi e lunghe galoppate della fantasia che costruiva mondi futuri pieni di soddisfazioni, di sogni realizzati, di opportunità esaudite. di amori vissuti. Anche allora passavano le macchine della Millemiglia, sicuramente in gran parte le stesse che passano anche oggi data la loro età molto maggiore della mia o al massimo coetanea. E' forse per questo che adesso, oggi, vedendole passare mi è parso che tanti amici che non ci sono più siano tornati, che tanti riccioli biondi siano passati con il profumo che avevo spesso seguito, che tanti sorrisi velati dalla lontananza mi abbiano sorriso nella velocità del loro ritorno al ricordo. Ed a un certo momento mi sono perso in un mondo che pur conoscevo, in strade che avevo frequentato, in prati verdi dove mi ero disteso. Il ricordo a volte può essere inanimato come il suono di un motore, può avere il senso di rendere qualcosa che il tempo ha fatto scordare, ma che è rimasta in  un angolo, vergognosa, discreta, col volto sbarazzino e triste di un monello di Charlot. Che ho visto veramente passare  con il suo passo ondulante in mezzo alla strada dopo l'ultima macchina .