23/05/21

 


Sono un cittadino modello, non perché mi si debba considerare da imitare, solo perché non c’è nessun altro me stesso a disposizione. Ma forse anche perché riesco a sentire in sottofondo il ronzio di una umanità che ha distrutto le api per sfruttarne a titolo abitativo le celle. Ronzio di miliardi di bla bla bla scientifici, morali, filosofici, poetici, giuridici, politici, religiosi e anche apolidi. Sono segnali criptati e se si riesce a tradurli ci si rende conto che sono parole, semplicemente parole. Con le quali in rari casi si riesce a formare anche dei discorsi, dei modi di dire qualcosa, di comunicare dei ragionamenti.

Le parole hanno spesso il fascino del perverso. Si drizzano in alcuni giorni come cobra sibilanti e devono avere intorno a sé uno spazio di sicurezza. Si incontrano talvolta i significati che diamo alle parole soggettivamente, si incontrano con la nostra capacità di captare insufficienti ragioni, di drammatizzare alcuni aspetti della vita. O dell’esistenza.

Ma sono proprio sinonimi? Se vivo anche esisto? Non trovo corrispondenza alle prerogative del fatto che se scelgo una strada non posso seguirne un altra contemporaneamente. Quale è il fattore di rischio in questa possibilità? Forse essere inquadrati in una dimensione più sociale che umana, avere il conforto di una ragione più che di una fede. Se scrivo una poesia vivo o esisto?

La differenza sfugge all’inconscio senso di programmare i desideri, di determinare i fattori che hanno la preminenza. Se uno specchio ci riflette abbiamo bisogno di una luce per rendercene conto ma non basta. Occorrono anche due occhi che puntino lo sguardo e non abbiano nebbie che li offuschino.

Pensiamo allora a come sarebbe bello ampliare la conoscenza di una infinita discesa di acqua piovana senza il conforto di un’origine, almeno una nuvola più scura delle altre che si distingue nel panorama di una visione inversa, di uno scorrere contrario al nostro senso di orientamento.

 

tra due porte
scivolo il muro
avanti e indietro senza posa
pendolo di incertezza
nel ticchettio impazzito
del meccanismo
sospinto da spirali di parole

 S.Z. La recherche  2015

 postato da C.G. UniFi