
La mansuetudine di generazioni a cui non è stata aperta la finestra di un orizzonte ampio ma solo la feritoia per la visuale di un piccolo spazio appare come giustificata da un modo di concepire la personalità come figurazione di una acquiescenza esistenziale necessaria all'interno del potere politico che a sua volta ha spazi limitati di transumanza. E' inutile scrivere se non c'è chi sa leggere ed è inutile avere idee se non c'è chi le capisce. Mansuetudine è la caratteristica di animali che sono destinati ad esaudire i bisogni di altri animali senza troppe complicazioni e specialmente senza la feroce difesa della propria individualità di esistenza, caratteristica questa poco comune agli animali più evoluti di questo pianeta. Perché la loro filosofia di vita è diversa, sono nati con il gene di un altruismo apocrifo e accettano la loro destinazione come accettano l'inutilità di ogni ribellione allo status quo, in cui vegetano comunque con grazia e disinvoltura. A volte anche con supponenza. Nascondono ogni tanto alcune frasi dentro impersonali sai monastici o geroglifici di parole, ma piegano comunque il collo al giogo, alla mannaia e alla necessità di esistere, poco apparente magari ma sicura. Incontrano ogni tanto il giaguaro che preda e ne vedono i denti prima scintillanti e poi rossi di sangue. Ma non ne traggono alcun pensiero, pensano solo che sono riflessi di un sole deputato per natura al tramonto e che loro , i mansueti, sono fortunati perché gli animali non li predano riconoscendo sulla loro pelle il marchio del grande padrone, garanzia di salvacondotto in un viaggio più o meno breve con tranquilla sicurezza di passaggio. Alcuni hanno proprio come nome Mansueto e non si rendono conto come tale nome sia stato loro imposto da una genuina fede nel gregge dei genitori e come lo Stato, qualunque Stato, impedisca loro di cambiarlo in un nome più identificativo ma meno significativo del loro stato sociale. Rimanendo così i mansueti, singoli o di gruppo, quel manipolo distintivo e necessario a dimostrazione di quella verità confortata dalla Storia che se il padrone del palazzo vuol essere forte la corte deve essere
intelligentemente mansueta.
S.Z.