05/04/20

A proposito di oggi


Si possono fare tante considerazioni su ciò che sta succedendo, ma ritengo che nessuna sia una spiegazione e tanto meno una ragione valida. L'uomo è l'unico animale che speculi sugli avvenimenti, che voglia appropriarsene dando loro una sua ragione, una ragione cioè che rientri nell'ambito delle sue conoscenze scientifiche e filosofiche. E le difese che mette in atto quando gli avvenimenti sono ostili risentono ovviamente di tale atteggiamento. Certo non può essere altrimenti, nessuno potrà mai combattere il cognitivamente inesistente. Si potrà obiettare che se un avvenimento accade esiste. Ma credo che l'esistenza dell'accadimento sia un dopo esistenza e quindi solo l'effetto ma non la causa. La conoscenza umana è esclusivamente dell' effetto di certi accadimenti naturali che  se  non si manifestano sono preclusi alla nostra capacità cognitiva., costringendo l'umanità a subire passivamente le leggi di una natura che ci ha dato la possibilità di conoscere solo quelle più elementari e che ciò non abbia alcuna possibilità di cambiamento, a dispetto di teorie scientifiche e speculazioni filosofiche sempre più evolute ma sempre più inutili. Ma  se non possiamo conoscere certe leggi naturali nella loro ragione di essere e nei meccanismi che le mettono in moto, conosciamo tuttavia che esistono leggi sconosciute e possiamo quindi presumere razionalmente che oltre quelle che si sono rese visibili ve ne siano molte altre che si renderanno visibili quando il meccanismo che non conosciamo riterrà di doverle usare. Ed è ugualmente razionale considerare che tale meccanismo si metta in moto per difendere il proprio organismo da attacchi che lo vogliono distruggere anche solo in parte, come il nostro sistema immunitario si mette in moto per difendere i nostri organi. Il come e il quando esula in ambedue i casi dalla nostra volontà e valutazione. Ritengo pertanto che l'uomo, cui è precluso l'inconoscibile,  abbia tuttavia  la conoscenza del pericolo e dell'impossibilità di poterlo neutralizzare nei suoi mutevoli effetti. Questo dovrebbe renderlo meno arrogante  e tronfio di un potere che non ha se non nel limite di dominare i più deboli della propria e di altre specie. Dovrebbe usare invece la limitata razionalità che gli è stata concessa per capire che l'ambiente dove vive ha infinite meccanismi sconosciuti per impedire la propria distruzione ad opera di un suo elemento che non rispetti la funzionalità naturale divenendo così nocivo a tutto il sistema. Dovrebbe quindi rimanere nei perimetri che gli sono stati concessi riflettendo che ogni conquista scientifica o speculativa farà sempre parte di quel perimetro e non potrà dargli alcun potere aggiuntivo. Questo naturalmente dovrebbe essere chiaro alla classe politica, al potere in qualsiasi forma si esprima, dato che l'insieme di uomini forma un popolo ma non un potere rappresentativo e dipendente, dati i meccanismi elettivi e la mancanza di vincoli e responsabilità degli eletti.  Sta comunque ai popoli trovare un modo di creare una classe politica che abbia quel tanto di razionalità da comprendere, cosa che al  momento attuale non pare assolutamente capace di fare. Ma per far ciò l'uomo deve creare una società sana, una società cioè  creata da individui che abbiano la razionalità di comprendere che la sopravvivenza dell'uno è data dalla sopravvivenza dell'altro, espellendo gli elementi nocivi come avviene in tutti i processi naturali. Solo allora saremo elemento simbiotico  di un insieme che ci permetterà di sopravvivere fino alla sua sopravvivenza e non ci espellerà anticipatamente, continuando imperturbabile la sua vita e le sue mutazioni nella sua ragione necessaria che comunque non è nella dimensione umana, con un iniziale parallelismo di salvaguardia come  le attuali misure di .contenimento.