Chi ascolta? In un mondo che delle parole usa ormai solo un numero
chiuso in una conoscenza incerta e traballante, spesso spezzata come la
lallazione di un neonato, quali sono le rappresentazioni che si possono
descrivere, i sentimenti che si possono rendere palesi e divisibili ? Se le
parole hanno una così limitata possibilità di espansione e di comprensione come
fa l’uomo a uscire da quella solitudine
ormai cronicamente inconscia da obbligarsi a essere soddisfatto di un abbraccio virtuale, infinito
e totale dell’amicizia
del mondo?
Sono pochi ormai che ascoltano e se non si ascolta non si può
neppure rispondere.
S.Z.