17/03/15

Stefano Zangheri legge "Matera"





mi mancano i risvegli di Matera
scolpiti respiri
di queste notti senza apnee
lineamenti d'amore
nell'accecante bianco del mattino
esco nudo alla pietra
come nuda dormi ancora
ondeggiando l'odore della notte
dove l'umanità
ha iniziato piegata il suo cammino
dentro astrali destini
ed è attimo adesso
lampo di luce spenta
occasione di avere le tue mani
scolpite nelle pietre
dentro me stesso
pietra d'intarsio di molli frammenti
ciottolo calpestato
da mille camminate d'innocenti
ora che tremo
al mistico del luogo
cercando una ragione di divino
cercando di capire
se l'origine è pietra
se una corona di spine
ha disteso il suo sangue sopra i sassi
se tu sei nata qui
se quest'amore che mi porto addosso
è l'amore del mondo
se ha trovato adesso
il sonno dell'eterna conoscenza
di esserti figlio e amante
nell'infinito senso di una terra
immota al tempo
che ne ha fatto natura di se stesso
ma ho rubato le notti
graffiti già pagati del mio tempo